Kinuyo Tanaka e FIORI D’EQUINOZIO (1958)

In Fiori d’equinozio (Higanbana) Yasujirō Ozu dedica ai giovani e alle loro rivoluzioni uno sguardo attento, affettuoso: pur guardando con nostalgia alle tradizioni (si veda il canto di Chishū Ryū), il regista ci mostra coppie volitive quanto responsabili, decise a coronare i propri sogni amorosi senza ingerenze familiari e lavorando duramente con le proprie forze. Una visione rappresentata dalla frase “trasformare l’acciaio in oro”: la felicità, come in Tarda Primavera, è una conquista e un lavoro quotidiano. Gli aspetti deteriori della tradizione emergono nel destino del personaggio di Kinuyo Tanaka, madre sottomessa agli umori di un marito non passionale e molto testardo (Shin Saburi), in un matrimonio combinato e trascorso tra abitudini e solitudine. Una donna obbediente, spesso costretta a reprimere il proprio pensiero e la propria volontà, o a mascherarli in un sorriso educato. Ozu ci mostra la forza paziente e addolorata di un personaggio apparentemente tanto passivo: in realtà, lei è la chiave dell’armonia familiare. Nelle bellissime inquadrature di Tanaka come “donna che pensa” si racchiude un’immagine di straordinaria forza commovente e sentimentale. Del resto, quando si parla di Tanaka è impossibile non usare iperboli: siamo di fronte a una delle attrici più grandi di tutti i tempi, un’interprete che ha attraversato il cinema giapponese cambiando volti, diventando mille donne, portando ogni volta una verità e una forza tali da emozionarci fino alle lacrime.

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Nubi Fluttuanti è un progetto di Marcella Leonardi dedicato al cinema giapponese classico e contemporaneo.
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